
In occasione della festa del primo maggio sul lavoro ci chiediamo se è ancora uno dei principi fondanti della democrazia, richiamato non a caso dal primo articolo costituzionale o se è solo un vuoto richiamo demagogico.Ma oggi è ancora un valore vero il lavoro? A giudicare dagli infortuni e dai morti sul lavoro, dal potere d'acquisto dei salari, dalla considerazione che ha il lavoro nella nostra società, dai neologismi che si producono per evitare di chiamare le cose con il proprio nome vero e modificare l'identità sociale deil avoratori, non si direbbe proprio. In realtà il lavoro e di lavoratori sono scomparsi dalle cronache, anche se ci sono sempre, producono ricchezza per tutti, sono sfruttati più di prima anche se per far parlare del lavoro non bastano neppure i morti. Se non avviene una strage nessuno se ne occupa e non è un caso se l'informazione è asservita ad interessi particolari o di gruppo, alla strapotenza diqualche casta o di qualche dinastia industriale e politica,rispondendo sempre più alle perverse logiche del mercatodella pubblicità. L'incalzare degli eventi riportaall'attenzione il tema del lavoro, della sicurezza sui luoghi di lavoro, del salario eroso dall'inflazione realee della precarietà. Non crediamo che l'unica speranza di elevare la propria condizione sociale per cambiare l'ordine delle cose esistente sia rimasta quella divincere la lotteria e le uniche decisioni che possiamo pensare di prendere siano quelle di decidere, a pagamento,il vincitore del grande fratello o dell'isola dei famosi.L'imperativo è di fare del lavoro il soggettodell'economia e la base infrangibile dello Stato. Le forzelavoro devono, in attuazione dell'art.46 dellaCostituzione, entrare nel vivo del meccanismo produttivo epartecipare direttamente alla vita della grande impresaattraverso i propri rappresentanti. In questo modo sicombattono e si superano sia le insufficienze e gli egoismidel liberismo esasperato che le visioni sorpassate eburocratizzate del livellamento verso il basso cui tendono isindacati e le forze "progressiste". La risposta sichiama: socializzazione. Il lavoro nell'aziendasocializzata è il soggetto dell'economia. Il capitale, adifferenza dell'utopia marxista, è strumento del lavoroe messo al suo servizio per il benessere dellacollettività per il potenziamento della Nazione
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